Lo scorso 4 settembre la Messa da Requiem ha fatto pulsare il Duomo, cuore di Milano, in memoria di tutte le vittime della pandemia. Prodotto da Teatro alla Scala, il concerto è stato eseguito dai cantanti solisti Krassimira Stoyanova, Elīna Garanča, Francesco Meli e René Pape con il Coro e l’Orchestra del Teatro alla Scala diretti dal Maestro Riccardo Chailly.
L’evento, trasmesso in diretta televisiva alle 20.30 su Rai 5 e in streaming sui social, è stato illuminato dal lighting designer Marco Filibeck con un parco luci che ha incluso i T1 Profile di ROBE lighting forniti da Phonolux.
In questa occasione, il coro e l’orchestra del Teatro alla Scala si sono riuniti pubblicamente per la prima volta a pieni ranghi dal 22 febbraio scorso, per eseguire l’opera che Verdi aveva donato proprio al capoluogo lombardo, ad oggi una delle città più colpite dal Covid.
La cattedrale, in base alle misure di distanziamento, ha ospitato 600 persone: tra queste erano presenti il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e anche i rappresentanti delle categorie che hanno garantito i servizi essenziali alla città durante il lockdown.
Racconta Marco: «Il concerto nel Duomo di Milano ha avuto un grande valore simbolico per diversi motivi: ha segnato la ripresa delle attività da parte del Teatro alla Scala dopo il lockdown e il conseguente annullamento di moltissimi spettacoli; si è svolto all’interno del Duomo, fatto che ha rappresentato un ulteriore valore in considerazione del titolo (Messa da Requiem di Giuseppe Verdi); infine, è stato dedicato alle vittime del Covid con la presenza del Presidente Sergio Mattarella e delle maggiori autorità politiche ed ecclesiastiche Italiane.
«La realizzazione del progetto luci ha avuto numerose problematiche – spiega Marco. Infatti, il rispetto delle regole sul distanziamento ha imposto la dilatazione degli spazi destinati all’orchestra e al coro su un’area di diverse centinaia di metri quadrati. Inoltre, all’interno di una chiesa non esistono strutture per poter appendere le luci e ho impostato quindi il mio lavoro come se si trattasse di uno spettacolo all’aperto, costruendo 8 “americane” in truss di alluminio e posizionandole in modo che avessero il minor impatto visivo possibile. Non è stato possibile raggiungere la quota ideale per appendere le luci (10m circa) poiché gli ingombri delle strutture avrebbero creato difficoltà al posizionamento delle stesse: ho accettato così gli 8 metri proposti come quota massima.
«Il progetto è stato realizzato con la collaborazione dell’Ufficio tecnico del Teatro alla Scala che mi ha fornito le planimetrie e la distribuzione degli spazi destinati agli artisti. Importante è stata anche la collaborazione con la Veneranda Fabbrica del Duomo, per tutti gli aspetti logistici e organizzativi, e con lo staff tecnico della Rai, con cui ho condiviso il progetto. Inoltre, è stato fondamentale confrontarsi con il service Phonolux, che ha fornito il materiale luci e audio, e con il personale tecnico, che si è occupato di montaggio/smontaggio e gestione tecnica dell’evento.
«Trattandosi di uno spettacolo trasmesso in diretta televisiva e streaming il mio lavoro si è indirizzato al raggiungimento di un buon risultato televisivo. Illuminare un concerto richiede prima di tutto una buona illuminazione degli spartiti musicali per agevolare l’esecuzione dell’orchestra e in secondo luogo un equilibrio della luce in modo da non creare difficoltà alle telecamere con zone di intensità luminose diverse.
«Da un punto di vista più creativo mi sono concentrato sulla valorizzazione dell’architettura del Duomo e di tutti quei dettagli (statue, bassorilievi, capitelli ecc.) che sarebbero stati inquadrati dalle telecamere. Facendo questo ho anche cercato un equilibrio generale che potesse soddisfare il pubblico presente e al tempo stesso far “sentire” il luogo dell’esecuzione, ovvero il Duomo.»
Le 8 truss di diverse lunghezze sono state dislocate in modo simmetrico, 4 a destra e 4 a sinistra, seguendo la distribuzione dell’orchestra e del coro. Su alcune truss sono state alloggiate doppie file di T1 per utilizzare i proiettori sia in controluce sia come luce frontale.
«Utilizzo quotidianamente i prodotti ROBE alla Scala dove fanno parte dell’impianto luci permanente. In questa particolare occasione, per la quale ho utilizzato 104 T1 Profile, ho apprezzato la possibilità di poter lavorare in modalità temperatura colore (fondamentale per le riprese televisive) e con il frost medio per ottenere un’illuminazione morbida e omogenea. Inoltre, i T1 hanno un’ottima qualità nell’emissione dei bianchi a tutte le temperature di colore.»
Davide Monaci ha programmato e gestito l’illuminazione: «È un bravissimo consollista – commenta Marco – e mio ex allievo dell’Accademia Teatro alla Scala, un ulteriore motivo di soddisfazione per me».
Il concerto, nato dalla collaborazione tra il Teatro alla Scala, la Veneranda Fabbrica del Duomo e il Comune di Milano, è stato un momento di raccoglimento replicato nei giorni successivi anche a Bergamo e a Brescia.
RM Multimedia è orgogliosa di aver preso parte a questo evento di grande rilevanza per tutta la comunità.
© RM Multimedia S.r.l.
© Photo: Brescia e Amisano, Teatro alla Scala
Lighting designer: Marco Filibeck
Assistant light designer: Fabio Rossi
Programmatore luci: Davide Monaci
Produzione: Teatro alla Scala
Service: Phonolux
Direttore della fotografia RAI: Carlo Stagnoli
Maestro: Riccardo Chailly