A cura di Joe Bleasdale, Associate Product Manager.
Quella seguente è la quarta di una serie di micro-lezioni volte a focalizzare l’attenzione su elementi differenti del kit di strumenti messo a disposizione da disguise per le produzioni (Lezione 1: il workflow 3D; Lezione 2: il content template; Lezione 3: video mapping statico vs dinamico).
La lezione approfondisce il concetto di video mapping, come utilizziamo questa tecnica e perché.
Il video mapping consiste semplicemente nella riproduzione di un contenuto video proiettato su una superficie. Per capire il funzionamento di un media server, è utile pensare al lettore DVD e al modo in cui la TV gestisce la riproduzione di film in formato box 4:3 o nuovo formato widescreen 16:9. Nonostante lievi differenze di questi formati, i contenuti video più diffusi sono rettangolari e quindi anche i televisori sono rettangolari. Questo semplifica il lavoro per i lettori DVD, ma per i media server è più complicato gestire la riproduzione dei contenuti.
Infatti, ad esempio, potresti dover riprodurre, nello stesso show, un singolo video su più schermi a LED di diverse dimensioni e formati (“LED creativo”) e con più proiettori. Visualizzare lo stesso contenuto su tutti questi dispositivi può essere difficoltoso ma ci sono due tipologie chiave di workflow che possono renderlo possibile.
La prima è il workflow 2D, che consiste nel tagliare il video per adattarlo ai diversi dispositivi di visualizzazione; la seconda è il workflow 3D, che consente di trattare l’intero stage come una singola superficie di proiezione, indipendentemente dai dispositivi di visualizzazione contenuti al suo interno.
Uso tecnico del video mapping
L’aspetto tecnico del video mapping di solito consiste nella scelta dei workflow giusti per l’occasione. Ad esempio, se proiettassi su di un’automobile, sceglieresti un workflow e un set di attrezzature diversi da quelli che servirebbero per un semplice spettacolo “rock ‘n’ roll” con schermi IMAG statici. Se dovessi utilizzare un workflow incompatibile con il tipo di progetto che stai tentando di realizzare, incontreresti molti compromessi tecnici che potrebbero portare a un risultato indesiderato. Usando l’esempio di car mapping, se dovessi usare un workflow 2D, finiresti, allungando i pixel, col deformare il contenuto piano bidimensionale attorno all’oggetto 3D. Scegliendo invece il workflow 3D, potresti realizzare una mappatura pixel perfect dell’auto senza allungare i pixel, questo grazie alla mappatura UV che può essere realizzata solo con un workflow 3D.
Usi artistici del video mapping
Proprio come per l’aspetto tecnico del video mapping, è necessario considerare in anticipo e accuratamente le attrezzature e la scelta del workflow per garantire la realizzazione della visione artistica del progetto. Con la maggior parte dei moderni sistemi di media server, i team di produzione tendono a iniziare la pre-produzione molto prima di arrivare sul posto. Questi workflow di pre-produzione sono essenziali per i team creativi perché consentono loro di farsi un’idea molto chiara sugli elementi di cui hanno bisogno. Ad esempio, i creatori di contenuti possono disporre di content template pixel perfect su cui lavorare e, purché si attengano a tali modelli, il contenuto si adatterà perfettamente ai dispositivi di visualizzazione. Dal punto di vista tecnico, fintanto che i programmatori del media server abbineranno i loro mapping e output ai content template, la visione artistica sarà realizzata.
Come per tutte le produzioni complesse, il modo migliore per ottenere un video mapping di alta qualità è che sia i team tecnici sia quelli creativi comunichino con chiarezza e lavorino insieme sin dall’inizio. Il video mapping può essere semplice o complesso, a seconda di come l’utente desidera realizzarlo.
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